Per un ricercatore spirituale i nemici da combattere sono soprattutto quelli interiori; ovvero quegli stati dell’anima creati dal nostro ego: collera, gelosia, invidia, depressioni, delusioni, rimpianti, egoismo, desideri smodati.

A volte ci si sente inutili, soli, piccoli e per ritrovare l’equilibrio occorre una grande volontà.
Nella ricerca spirituale, tuttavia, si trova una soluzione che aiuta a diventare consapevoli del gioco dell’ego. E consente all’ego di purificarsi.

La serenità si raggiunge lasciando dietro di noi le cattive abitudini, diventando responsabili del nostro equilibrio interiore, riuscendo a portare l’ego verso quella dimensione (che c’è in tutti) dove le paure svaniscono. Questo significa anche diventare spiritualmente maturi e percepire che ogni cosa è abitata dall’amore divino. In questo stato di consapevolezza, diventiamo più belli, più forti e ci rendiamo conto del nostro valore.

Nel 1982, quando mori il suo maestro Baba Muktananda, Cannelle si reco in Inda a Ganeshpuri per un ritiro nell’Ashram e in quell’occasione, conobbe il successore del suo maestro, la bellissima Gurumayi, che durante il darshan del mattino strinse Cannelle bloccandola sulle ginocchia e donandole Shaktipat (la sveglia della Kundalini Shakti). Fu un’esperienza unica. Cambiò definitivamente vita e orizzonti di Cannelle.

Shyama (questo è il nome che il maestro ha dato a Cannelle) non ha mai smesso di praticare tecniche di meditazione, di partecipare a ritiri spirituali in India e In America, a incontri intensivi finalizzati alla crescita interiore in Francia, Spagna, Italia, Belgio, nonché a dei seminari in Messico e nei Caraibi.

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